venerdì 9 marzo 2012

NON ce la possiamo fare.


ed eccoci siamo a venerdì, e non so come ci siamo arrivati.
Sono sempre malconcia, meno di domenica ma di certo non brillo di luce propria. Ora ho la tosse, la gola mi fa male e mi si è pure abbassata la voce e sembro un trans. Quando Nanetta mi chiede di cantare con lei, la situazione si fa preoccupante  J
E’ stata una settimana pesante anche sotto il profilo lavorativo. Mi piacerebbe che fosse perché ero oberata di progetti extra-importanti, in realtà l’unico progetto a cui sto lavorando è ‘mi licenzio oppure no?’.
Questa settimana il lato ‘mi licenzio’ ha aggiunto tante di quelle buone ragioni per dire ‘fanc**o a tutti me ne vado’ che la metà bastano. Tra mortificazioni, demansionamenti costanti e anche un largo numero di episodi di mancanza della più basilare educazione (capo che non saluta, capo che non risponde alle e-mail, capo che non risponde quando gli si chiedono ferie…) direi che ho abbastanza munizioni.
Però…
Però ieri sera parlando con S., che credo fosse giustamente esausto dal lavoro (non che io fossi rimasta a casa a fare lanetta, beninteso, lui avrà viaggiato su e giù per l’Italia e avrà risposto a 70 impegnative mail, ma io ho ripreso le nostre figlie, portato su i bagagli, riordinato casa –aspirapolvere, passata al bagno- , fatto una lavatrice, steso e stirato. E preparato la cena. E dato la cena a Cicciottina e Nanetta. no, per dire).
dicevo, parlando della questione lavorativa con S., lui mi è parso un po’ scocciato, impaziente, quasi insofferente.
Alla fine tra ieri sera e stamattina ha detto che ho tutto il suo appoggio se voglio mollare, ma che mi posso ben ben scordare qualunque tipo di libro o altro ‘vizio’ con il solo suo stipendio.
ok, me l’avrà detto bruscamente perché stufo di sponsorizzarmi sempre quando sono in difficoltà (tipo questo mese) però che brutale. All’improvviso la mia collega odiosa ha iniziato ad apparirmi incredibilmente interessante e in fondo no, non è così tremenda dai
scherzi a parte, mi ha lasciata un po’ basita, è stato brutale.
Anche perché se ragiono sull’abbandonare il lavoro, pur con tutte le mie ottime motivazioni, un minimo di incertezza c’è. Lavoro da quando avevo 19 anni, abbiate pietà. Chiaro che l’idea, benchè entusiasmante di crescere le mie figlie e seguirle in tutto e per tutto, mi spaventa molto. Comunque per un certo periodo di tempo sarò io e le mie figlie, S. lavorerà tantissimo quindi niente fino a tarda sera, potrò solo contare sulle nonne qua e là e avrò contatti solo con il ped e con le maestre dell’asilo, pardon scuola dell’infanzia.
come può non spaventarmi?
ci saranno anche giornate in cui non uscirò di casa, per via delle malattie, giornate gnecche in cui saranno insopportabili, giornate in cui mi mancherà la terra sotto i piedi… e tu mi togli i libri o due vizi?
ho capito che il senso, probabilmente, doveva essere ‘datti una robusta e reale regolata, non quella finta che hai detto a me e poi hai fatto lo stesso a modo tuo’, ma non poteva dirmelo così anziché turbare la mia idea di fare ‘la mamma a casa’ per qualche anno continuando in qualche maniera a potermi regalare qualcosa ogni tanto?
chiedo troppo?

2 commenti:

  1. sarei rimasta basita anche io cara Bunny....sicuramente non voleva essere così"brutale" purtroppo la vita di oggi ci carica parecchio di stress..probabilmente ha avuto paura che la mancanza di uno stipendio si ripercuota in maniera pesante sulle vostre vite e la vostra famiglia...ti dico ciò perchè ci sono passata anche io con il mio compagno....purtroppo sto costatando che hanno un modo tutto loro per dire certe cose!!! buon fine settimana!!spero,senza febbre e malesseri

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  2. Non ci si può logorare fino allo sfinimento, poi si perde di vista il "proprio bene". Un abbraccio!!

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